Morandi è affascinato dalla pittura dell'immobile,
della quiete, del silenzio,
dell'atemporale che si carica simultaneamente
di una particolarissima intensità.
Nel 1922 Giorgio De Chirico, suo amico e collega, descriveva il grande pittore bolognese così: "osserva con lo sguardo di un uomo che crede, e lo scheletro intimo di quelle cose per noi morte, perché immobili, gli si mostra nel suo aspetto più consolatorio, nel suo aspetto eterno".
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